Un estratto del libro
E un pomeriggio ventoso e freddo era arrivato Bortolo. Aveva abbracciato Caterina facendole complimenti esagerati e salutato Mirco quasi distrattamente. Aveva iniziato a parlare del più e del meno, prevalentemente di argomenti banali, ma quando lei si era messa a preparare il caffè e sua sorella a portare in tavola la torta di zucca che avevano fatto la mattina, era stato chiaro a tutti il reale motivo della sua visita.
Teresa si era ricordata solo allora di non avere detto a Caterina che a Bortolo aveva raccontato che andava in Irlanda per stare con Ardghal e non per sposare Graham e stava pensando a come fare per dirglielo, quando si era accorta che forse non occorreva.
Bortolo era passato a esporre con particolare veemenza e con palese cattiveria la propria contrarietà alla decisione che lei aveva preso. Si era messo a parlare male di Ardghal e della loro relazione, finendo per esprimersi in modo inequivocabilmente offensivo. Lei era sul punto di intervenire, ma sua sorella l’aveva anticipata, con le maniere e il linguaggio che non disdegnava di adoperare, specialmente quando si arrabbiava.
“Ma a te che cazzo te ne frega, di quello che fa Teresa? Che problemi hai, Bortolo? Cosa cazzo te ne frega di cosa fa, di dove va e di chi si scopa? Non è mica la tua donna!”
Aveva notato che Mirco stava sorridendo in modo compiaciuto e che stava fissando Bortolo, il quale aveva scosso la testa e fissato a sua volta Caterina.
“Ma che modi sono di parlare? Non ti vergogni? Dovreste vergognavi tutte e due, per quello che siete diventate. Vostra madre e vostra zia…”, e Caterina l’aveva interrotto.
“Vergognati tu e lascia stare i morti! Cos’è, che siamo diventate? Dillo, sentiamo!”
Bortolo aveva balbettato qualcosa e si era sicuramente reso conto di quello che stava provocando, ma non si era fermato.
“Due poco di buono, siete diventate, per non dire di peggio!”
Aveva visto Mirco nel gesto di alzarsi dal divano e sentito le parole di Caterina, impassibile e con le gambe accavallate, ma con lo sguardo feroce.
“E un uomo già sposato e già padre che infila le mani nelle mutandine di una quindicenne, nipote della sua madrina di cresima, cos’è? E cos’è diventato?”
Bortolo era impallidito e stava dando della pazza a Caterina, Mirco si era alzato dal divano con intenzioni evidenti, ma lei che era già in piedi, con in mano l’attizzatoio della stufa, gli si era scagliata contro e non lo aveva colpito solo perché Mirco la stava trattenendo.
“Fuori!”, gli aveva urlato in faccia.
“Sparisci, non farti più vedere!”, aveva aggiunto sopraffatta dalla collera.
Era rimasta sulla porta con l’attizzatoio in mano, fino a quando non lo aveva visto scomparire dietro i larici, a bordo di un’auto che non era né sua né di Cesco.
Caterina si era avvicinata e l’aveva fatta rientrare, chiudendo la porta. Poi si erano ritrovate strette in un abbraccio che sembrava liberatorio. Teresa aveva detto “grazie” a bassa voce, ancora incredula per ciò che era accaduto e si era sentita dire per la seconda volta in pochi giorni “non dimenticare mai che siamo sorelle”.