Archives

I ragazzi dell’ottantasei

Prefazione

Le vite di tre giovani uomini si intersecano per caso, tra i rapporti di vicinato di un condominio milanese. Seppure diversi per carattere, formazione ed esperienze, un insolito legame di amicizia sembra tenerli uniti. Una storia delicata e al contempo struggente, in cui l’autrice, al suo quinto romanzo, riesce a dare un tocco di poesia.

Un estratto del libro

Appena entra nella sala circoscrizionale dove sta per svolgersi l’assemblea, Vladimiro vede Marco parlare con alcune persone, tra cui il suo dirimpettaio di pianerottolo. Gli fa un cenno con la mano, a metà tra un saluto e un invito ad avvicinarsi. Toglie il cappotto e lo appoggia sulla spalliera di una sedia, poi dopo qualche scambio di battute, prendono posto vicini. Si dà un’occhiata intorno e vede Gennaro poco distante, solo e con l’aria assente di una decina di sere prima nel garage. Talmente assorto e distratto che al momento dell’appello non risponde e Marco e un altro uomo ripetono il suo cognome, finendo col dire “presente” al posto suo.

 
Sorride come per scusarsi, ma è un sorriso che sembra una smorfia di dolore e più di una persona lo osserva, compresi lui e Marco. Esce mentre l’assemblea è ancora in corso e non saluta nessuno, abbassando la testa mentre chiude la cerniera del piumino. Al termine, Vladimiro si incammina verso casa con Marco e nel freddo della sera inoltrata, nel quarto d’ora a piedi che percorrono affiancati, è proprio lui ad accennarne.
“Lo conosci Gennaro, che abita nella tua stessa scala al secondo piano, no? Io lo conosco da quando è venuto a stare qui, era sposato da poco. Beh, non so che cos’abbia, ma dev’essere qualcosa di serio, non l’avevo mai visto così.”
Resta indeciso alcuni istanti, non è sua abitudine essere indiscreto e non conosce ancora bene Marco. Però istintivamente sente di potersi fidare e racconta l’episodio del garage. Marco lo ascolta e annuisce, poi abbassa il tono della voce, essendoci altri condòmini che stanno sopraggiungendo.
“Secondo me i suoi problemi hanno a che fare con sua moglie. L’avrai vista e credo che avrai pensato le stesse cose che penso io ogni volta che la incontro. La trovo… inquietante. Ecco, sì, preferisco non aggiungere altro.”