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La nevicata dell'85 a Milano - Un racconto di Costanza Maria Granata

La nevicata del secolo

Ricordo ancora bene quel gennaio di quarant’anni fa, a Milano.

Dopo l’Epifania iniziò a fare sempre più freddo, una mattina dal tram vidi il termometro di Piazzale Lagosta segnare

– 12°. Poi il pomeriggio del 13, era una domenica, cominciò a nevicare.

“È di quelle che attaccano”, disse mia madre guardando dalle finestre, e da buona montanara se ne intendeva.

Nevicò cinque giorni di fila, sembrava non volesse saperne di smettere e la città si fermò.

Ricordo i tram bloccati, in fila sui binari, le persone stupite mentre arrancavano stoicamente per raggiungere il posto di lavoro.

Alcuni avevano inforcato gli sci da fondo, altri si erano dilettati con le slitte, i piu felici erano senza dubbio i bambini e i cani, liberi di giocare in ciò che pareva diventato un paese delle meraviglie.

Quando finalmente smise e uscì un pallidissimo sole, rimasero al suolo 90 centimetri di coltre bianca e si richiese l’intervento dell’Esercito.

Ricordo i militari che spalavano i marciapiedi, i mezzi che liberavano le strade, i tram che ricominciavano a circolare.

In Viale Fulvio Testi, dove abitavo, i margini delle carreggiate erano talmente ingombri di neve ingrigita e indurita, che una notte passarono addirittura con dei cingolati, svegliandoci per il gran baccano.

La chiamarono “la nevicata del secolo”, e tutt’oggi quella del 1985 resta memorabile, per chi come me l’ha vissuta.

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