Ti fermi. Scendi dall’auto e senti l’odore del fiume, anche se da lì non lo puoi vedere. Se fosse già notte, forse potresti sentirne il rumore. Ma è ancora giorno, e nel chiarore tremulo del tardo pomeriggio, guardi quello che è rimasto della tua piccola città.
Volti sconosciuti, voci sconosciute, persino le ombre tratteggiate e oblique dei palazzi che ricordi bene, sebbene non ci sei mai entrato, ti fanno pensare a giorni che avresti voluto vivere diversamente. O a giorni persi.
Respiri più forte e senti più intenso l’odore del fiume. Pensi solo che sei tornato.
Quella presenza vagamente salmastra, che sa anche di muschio e di fango, solo quella, ti fa pensare che sei a casa. O ti fa credere di esserlo.